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Sementi e piante 25 Agosto 2022

Cime di rapa e Broccoletti del lago: è questione di radici.

Due varietà a confronto: informazioni e curiosità per conoscerle meglio e coltivarle.

Simili e profondamente diversi, mettiamo a confronto due varietà, entrambe appartenenti alla famiglia Brassica, per far emergere alcune differenze e peculiarità che le contraddistinguono.

 

Territorio e provenienza

La Cima di rapa (detta a anche Broccoletto di rapa o Friarielli) viene coltivata per l’utilizzo delle sue infiorescenze e della parte tenera del fusto con le foglie, come verdura cotta. È una produzione tipicamente mediterranea molto ricercata nel periodo autunno-invernale. Le regioni di maggiore diffusione sono il Lazio, la Puglia e la Campania.

I Broccoletti del Lago, nel dialetto locale chiamati anche pulezze, camette e rapi ma anche conosciuti più in generale come rapa toscana o pistoiese, vengono invece coltivati nei territori del Lago Trasimeno. Il clima mite ed il terreno particolarmente fertile e sabbioso, gli conferisce il sapore piacevolmente amarognolo che li contraddistingue. Le foglie hanno un colore che tende al “celeste turchino” e raggiungono dimensioni abbastanza grandi.

 

Coltivazione

I rapi si seminano da fine estate (agosto) fino a tutto il mese di Settembre (consideriamo tutto il periodo autunnale valido per la semina) e si raccolgono quando l’infiorescenza o “cima” ha raggiunto un buono sviluppo (a seconda della varietà 0-60 giorni per le cultivar precoci e 90-120 per le tardive), fino ad aprile dell’anno successivo.

Sono sicuramente una varietà molto resistente ma, nonostante siano ortaggi a coltivazione invernale, non amano molto il freddo e le gelate che possono infatti danneggiare la pianta e comprometterne la crescita.

La semina può avvenire o per semina diretta a spaglio o in semenzaio – trapianto. La prima, sicuramente adatta per i terreni molto estesi, risulta molto efficace anche su porzioni limitate di terreno. È sufficiente distribuire il seme in maniera uniforme sul terreno e poi si interrarlo con un rastrello a pochi centimetri di profondità.

Il diradamento, sempre utile nel caso di semina troppo fitta, è indispensabile in ogni caso per le cime di rapa tardive, che devono trovarsi ad almeno 20-30 cm le une dalle altre fin da piccole.

La semina a spaglio viene generalmente fatta quando il terreno è bagnato dopo le prime precipitazioni di fine estate. Le piante infatti hanno bisogno di un’irrigazione generosa soprattutto nelle prime fasi della crescita. In alternativa, si può scegliere di effettuare la semina in semenzaio, particolarmente indicata nei periodi caldi.

 

La radice

La vera differenza fra i rapi del lago e le cime di rapa normali è la radice che, nel caso dei primi, ingrossa (anche e soprattutto grazie alla sabbiosità dei terreni della zona del lago Trasimeno), nei rapi classici invece la radice risulta fittonante e non accresce. Ha una forma conica di colore rosso esternamente e di colore bianco internamente. In antichità veniva utilizzata come foraggio per l’alimentazione del bestiame o cotta e mangiata dal contadino.

Tutte le parti della pianta infatti sono commestibili, si possono mangiare le foglie, le “cime”, cioè il getto fiorale carnoso che viene emesso prima della fioritura, che sono la parte più buona da mangiare e che grazie alla loro capacità di “ricaccio” possono essere fatte crescere più volte (in questo caso tagliatele a circa 10 cm da terra), e, nel caso dei rapi del lago anche la radice.

 

Condividiamo con voi una testimonianza di un contadino delle zone del lago Trasimeno rivolto proprio ai Rapi del Lago e al loro pratico utilizzo in cucina:

«Le lessavamo, le cavavamo dall’acqua bollente messi in acqua fredda per strizzarli e si facevano le palline. Poi si prendeva un tegamino con un po’ d’olio di oliva, un pochino d’aglio tritato, appena dorato s’aggiungevano i rapi, si trinciavano, si lasciava scaldare 5 minuti, poi la cosa preferita era mangiarli con le salsicce, le costolette sulla brace, il maiale era la sua morte, sec ondo me. Una volta era un’alimentazione settimanale tutte le settimane erano rapi o con carne di maiale…».

 

 

 

 

Foto Parco3A – Parco Tecnologico Agroalimentare Dell’Umbria

 

 

 

 

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